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Sydney Brenner

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Sudafricano, settantacinque anni, Sydney Brenner è uno dei padri della biologia moderna.
E per questo molti hanno salutato l'annuncio che l'Accademia di Svezia gli ha riconosciuto il premio Nobel per la Medicina del 2002, insieme a John Sulton e Robert Horvitz, con un "era ora".
Con il suo pionieristico lavoro sul Caenorhabditis elegans, un minuscolo vermetto di appena 1.090 cellule, ha infatti aperto la strada alla comprensione dei complessi meccanismi cellulari che portano alla formazione di un organismo adulto. Tessuti, organi, apparati. Gli organismi superiori sono fatti di centinaia di tipi di cellule diverse, che si formano tutte a partire da un solo uovo fertilizzato.
Fu proprio Brenner che nei primi anni Sessanta ebbe l'idea di usare il piccolissimo Caenorhabdits elegans, come modello per studiare lo sviluppo negli organismi complessi, mettendo insieme le tecniche classiche, come l'osservazione al microscopio, con quelle più moderne della genetica molecolare.
Intimo amico di Francis Crick e James Watson, gli scienziati che scoprirono la struttura a doppia elica del Dna, Brenner si trovava con Jaques Monod e Francis Jacob quando, all'Institut Pasteur di Parigi, venne ipotizzata l'esistenza dell'Rna messaggero, la molecola che funziona da intermediario tra il Dna e le proteine. Non solo: a lui si deve anche la formulazione del neologismo codone, termine per indicare le triplette di basi che negli acidi nucleici codificano gli aminoacidi: l'alfabeto della vita. Dopo aver lavorato con Crick al Medical Research Council Laboratory of Molecular Biology di Cambridge in Inghilterra, e esserne stato a sua volta il direttore dal 1979 al 1986, Brenner si trasferisce in California dove oggi è professore emerito al Salk Institute a La Jolla.

Da Internet: http://www.nobel.se/medicine/laureates/2002/index.html